La Regia

Mi hanno chiesto di scrivere circa settecento battute su Napoli Dentro…
Un’amica, durante gli anni universitari, amava ripetere che non esistevano cose facili o difficili, ma
cose che sai e cose che non sai. Ecco, spiegare cosa sia Napoli, il Napoli e cosa significhi uno
scudetto non credo di saperlo. Non saprei descrivere o definire Napoli. Non ne sono così presuntuoso.
Sono nato nel 1987 e ricordi del Napoli di Diego non ne ho. Ho conosciuto Diego grazie ai suoi
goal e al lavoro di Gianni Minà, che più di tutti si è interessato a Diego con eleganza e gentilezza,
raccontando quello che è stato un grande personaggio della storia contemporanea.
Napoli Dentro… così si intitola il documentario che ho scritto e diretto per Time4Stream sullo
scudetto arrivato trentatré anni dopo. Penso che parli pochissimo di calcio, quasi niente. Non
vedrete i goal, le giocate, le partite. Vedrete la vita di due famiglie. Vedrete l’amore tra padri, madri
e figli; l’amore per il territorio e il senso di appartenenza. Vedrete, se riuscirete a percepirla, la
tenerezza di chi ama e basta.
Salvatore è il protagonista della prima famiglia. Io l’ho conosciuto quando aveva 14 anni, al Bar
Tico di Via Duomo, durante i miei anni universitari. Quando studiavo al quarto piano
dell’università di Via Duomo, era inaccettabile prendere il caffè delle macchinette, e quindi
chiamavo puntuale il bar e Salvatore correva. Esame dopo esame, caffè dopo caffè, il piccolo e
bellissimo Salvatore divenne un mio amico. Tutti del Bar Tico divennero miei amici, e lo sono
ancora.
Gli anni passavano e Salvatore mi raccontò che aveva conosciuto una ragazza di cui si innamorò
subito. Il tempo passava ancora, e mi raccontava che Marika, quella ragazza bellissima che lui
amava, era incinta e che era felicissimo: il bimbo l’avrebbe chiamato Vincenzo. Salvatore
continuava a consegnare caffè; le tasche erano piene di spiccioli, le scarpe da ginnastica consumate.
Diceva che gli servivano tanti soldi perché si doveva sposare e quindi faceva pure i doppi turni.
Io restavo allibito di come un bambino potesse essere già padre e già vecchio senza saperlo. Il mio
unico problema, invece, era lo studio e il divertirmi.
In Napoli Dentro, Salvatore ha quasi trent’anni, ha tre figli, lavora sempre in un bar, e la sua Marika
è sempre bellissima. Vivono tutti felici in una casa piccola nei Quartieri Spagnoli: le case grandi
sono diventate tutte B&B. Vincenzo ormai è grande, tifa per il Napoli come il padre e non vede
l’ora di vincere questo scudetto.
Nell’altra famiglia c’è Pasquale, che ha più di ottant’anni. Ha figli e nipoti. Pasquale è stato un
professore di scuola a Boscotrecase e ha fondato il Gazzettino Vesuviano: voleva essere, ed è stato,
un giornalista vero. Pasquale e la moglie Maria Luisa amano il Vesuvio e tutto quello che si vede da
sopra quel gigante. Hanno tre figli grandi.
L’ultimo figlio di Pasquale e Maria Luisa si chiama Luca, e anche lui, proprio come Salvatore, l’ho
conosciuto all’università. Luca è un mio amico, ed è diventato un ricercatore. Viaggia tra l’Olanda e
Napoli.
Pasquale, durante le ultime partite, chiedeva spesso del rientro del figlio Luca per i festeggiamenti
finali. Fortunatamente per Luca, Napoli-Salernitana finì 1-1 e rinviò i festeggiamenti di tutta
Napoli, dandogli così una settimana in più per tornare a casa e festeggiare. Luca ci confesserà che,
alla fine, il calcio parla di padri, figli e figlie: parla di domeniche passate insieme, con il cibo e le
persone a cui tieni.
Il 26 aprile, Nino, un amico, mi chiese, a pochissime giornate dalla fine del campionato, di girare un
documentario. Io, ancora oggi, fatico a definirlo e a giudicarlo. Non so se sia venuto bene.
Girando Napoli Dentro ho capito, e so per certo, che i napoletani non sanno scindere l’amore per la
squadra da quello per la città.
Io, durante le riprese, non riuscivo a posare i miei occhi solo sulla squadra: ho provato con tutto me
stesso a guardare gli uomini, le madri, i padri, i figli che ridono o piangono, i piatti caldi sulle
tavole, proprio come un mio grande amico, che si chiama Giuseppe. Giuseppe avrebbe tanto voluto
passare quei giorni con il suo papà, Geppino.
Il mio documentario l’ho dedicato a Geppino, infatti, che manca molto anche a me. Ma sono sicuro
che, ovunque lui sia, continuerà ad esclamare: “Forza Napoli!”.
Come ultima cosa, vorrei chiedere scusa per il ritardo: sono passati due anni dal terzo scudetto.
Ma Napoli Dentro penso che vada un pizzico oltre lo scudetto, perché parla di me, di te, di noi

Con affetto,
Ciro

Napoli Dentro

Gli autori del progetto

Produzione | T4S

Abbiamo deciso di non chiuderlo in un cassetto e condividerlo nel modo più orizzontale possibile...

Regia | Ciro Scuotto

Vedrete l’amore tra padri, madri e figli, l’amore per il territorio e il senso di appartenenza...

Idea | Nino Gravino

Raccontare Napoli da dentro vuol dire immergersi in una città che sa essere madre, amica e confidente...

Musica | Angelo Di Mino

Control e Where di The Hysterical Sublime, sono la colonna sonora perfetta
di una Napoli che sogna...

Abbiamo voglia di raccontarne tante.

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